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(Falsi) miti: dalla pasta di Marco Polo ai cuochi di Caterina de' Medici in Francia. Prima parte

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Nell'analisi degli aspetti relativi alla storia della gastronomia ha sempre fatto capolino il cosiddetto "fantasma delle origini". In quale contesto storico e culturale è nata e successivamente si è strutturata nella società una certa data valutazione su un prodotto alimentare di uso comune, come per esempio la pasta, che nulla ha a che vedere con il viaggio in Asia di Marco Polo? Perché siamo erroneamente convinti che Caterina de' Medici, divenuta consorte di Enrico di Valois nel 1533, il futuro Re di Francia, contribuì a determinare un marcato mutamento dei gusti e delle pratiche di cucina d'oltralpe portando la gloria gastronomica toscana a corte?  Qui à una grande meraviglia, che ci àn farina d'albori, che sono àlbori grossi e ànno la buccia sottile, e sono tutti pieni dentro di farina; e di quella farina si fa molti mangiar di pasta e buoni, ed io più di volte ne mangiai. Questa citazione da Il Milione offre alcuni spunti significativi per una corretta an

In principio furono i ricettari: dagli apporti della tradizione araba a Maestro Martino da Como. Seconda parte

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In quale contesto storico e sociale vide la luce il Libro de arte coquinaria di Maestro Martino, ricettario e caposaldo della letteratura gastronomica, punto di svolta che delineò un senso del gusto più marcatamente rinascimentale? Nel XV secolo Guienna, Borgogna e Bretagna concorsero a realizzare l'unità territoriale della Francia, grazie all'annessione messa in atto da Carlo VIII; al calar del secolo cadde l'ultimo bastione arabo della penisola iberica, il Califfato di Granada: trionfanti, con il crocifisso in mano, Isabella di Castiglia e Ferdinando II d'Aragona entrarono in Granada ponendo fine alla Reconquista cattolica; la Confederazione degli otto cantoni portò a 10 i membri della stessa, con l'ingresso di Friborgo e Soletta; ecco l'affermarsi della potenza asburgica in Austria, mentre in Inghilterra nacque la dinastia Tudor. Nell'Italia geografica, nella prima metà del secolo, assistemmo alla presenza di numerosi staterelli in continuo conflitto tra

Polimorfismo sociale dell'alimentazione monastica nei secoli. Seconda parte

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Verso la fine dell'XI secolo il modello monastico cluniacense subì un forte declino a causa della sua connotazione marcatamente aristocratica, aspetto che si ravvisava anche nel contesto alimentare e nel convivio, ormai assai lontani dal carattere di estrema austerità tipico della fase iniziale. Nel periodo più splendente dell'ordine, dovendo rispettare l'assoluto silenzio imposto durante i pasti dalla Regola benedettina, i monaci cluniacensi erano soliti adoperare una serie di strategie e stratagemmi: era possibile "parlarsi", "argomentare" di alimentazione senza l'utilizzo della parola? Si. Il linguaggio silenzioso, grandemente istituzionalizzato presso il monastero di Cluny già dal X secolo grazie al monaco Udalrico, consisteva in una serie di gesti delle mani, ammiccamenti del viso, movimenti del corpo, tutti al servizio di uno "specifico dizionario del silenzio" per non disobbedire alla Regola. 300 signa presenti, descritti dettagliat

Polimorfismo sociale dell'alimentazione monastica nei secoli. Prima parte

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Una ben distinta volontà di rifugiarsi dalle tentazioni del mondo, tramite severe e costanti privazioni, distingueva la vita degli anacoreti, prima in Oriente e successivamente in Occidente, sin dai primi secoli dell'età cristiana. Fuggendo dalla voluttà del cibo ed anche dalle sue più elaborate forme, veniva garantita la salvazione della propria anima, avvicinandosi il più possibile ad interpretare il messaggio di Cristo. Da un punto di vista alimentare la cultura della monofagia ,   il nutrirsi una sola volta al giorno unicamente di cibi secchi, tipica degli eremiti vissuti tra II e IV secolo ancora assai lontani dal disciplinare le loro scelte tramite una regola ben definita, pose le basi per quelle che sarebbero diventate, secoli dopo, le grandi regole monastiche medievali.  Un primo passaggio dall'isolamento alla vita in comune avvenne in Egitto, nella regione della Tebaide, con Pacomio, attorno all'inizio IV secolo. Un più ampio concetto di comunione tra i monaci, anc

Le strutture del gusto: la cucina buona da pensare

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Et questi tali maccharoni vogliono bollire per spatio de doi hore. Libro de arte coquinaria, Maestro Martino da Como, ca. 1465. Alle volte mi trovo a dover spiegare cosa significhi "struttura del gusto" in cucina, in riferimento ai modi di elaborare una ricetta in base all'approccio mentale e culturale delle persone in un dato periodo storico, ancor prima di considerare le evidenti valutazioni soggettive, sfuggevoli, relative al gusto inteso in senso stretto.  Per le pratiche di cucina e per la coeva narrazione trattatistica la metà del Quattrocento rappresentò un punto di svolta cruciale, una trasformazione/rimodulazione sul '300, un rinnovarsi senza precedenti. In un contesto politico maggiormente propizio ecco i doni del fulgore artistico di questa parte del Rinascimento: pensiamo per esempio a Poliziano e Boiardo in letteratura, la pittura di Bellini e Uccello, Ghiberti e Donatello nella scultura, Brunelleschi.  Clima culturale di ampio respiro e vitalità li ritro

In principio furono i ricettari: dagli apporti della tradizione araba a Maestro Martino da Como. Prima parte

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E' ampiamente noto come il celebre apiciano De re coquinaria rappresenti il primissimo testo di cucina dell'antichità, narrazione di una società aristocratica desiderosa di strutturare i piatti nobilitandoli, dove i condimenta , il largo uso di spezie ed odori la facevano letteralmente da padrone. Pensiamo al profluvio di cumino, cardamomo, zenzero, zafferano, malabatro, silfio e pepe, alcuni di essi adoperati anche per dolcificare o imbellire i vini; pensiamo al celebre garum, onnipresente salsa speziata a base di interiora di pesce. Raccolta di una pluralità di testi, l'Apicio dimostra di essere una pregevole summa degli usi e dei costumi gastronomici di oltre tre secoli, intercorsi dalla fine dell'età repubblicana fino alla divisione dell'impero romano. Come ci palesano gli studi condotti negli ultimi 40 anni, un evidente punto di svolta nella narrazione delle pratiche di cucina lo possiamo rintracciare tra il XIV ed il XVI secolo, quando, con il costituirsi in

Alimentazione templare tra precettorie d'Oriente e d'Occidente #2

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Verso la fine del 1200, durante la sua massima espansione in Oriente, l'Ordine Templare possedeva in quei territori circa 18 grandi fortezze, ognuna dotata di specifiche funzionali guarnigioni. Le ingenti somme ed i beni che arrivavano da Occidente in Oltremare permettevano di mantenere nel tempo la funzionalità di castelli e di strutture, tutti assai inaccessibili. Essi servivano a proteggere i territori circostanti dagli attacchi degli infedeli ed erano ovviamente situati in alcuni luoghi strategici, come le valli dell'entroterra, di modo da poter anche efficacemente controllare le arterie viarie che conducevano verso le ricche città. Per poter esercitare un controllo capillare sul territorio, partendo da queste strutture principali, i cavalieri dominavano con facilità una serie di strutture e fortificazioni minori, dotate di casali, mulini, vigne, oliveti e terre sottoposte ad arboricoltura con estese piantagioni di cedri.  Nella parte occidentale dell'Europa si calcola

Il Capitulare de villis: la quotidianità nella società agraria carolingia - Prima parte

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Ciascuno judex abbia nelle sue scorte tutto ciò che deve fornire al nostro desco; ed ogni cosa che darà dovrà essere di buona o d'ottima qualità e preparata con grande cura e pulizia. E ciascuno, quando sarà di turno a servire alla nostra mensa abbia diritto dall'annona a due pasti al giorno. E le restanti derrate siano ottime in ogni loro parte, sia la farina che tutto il resto. Capitulare de villis, cap. XXIV  Tra il 773 ed il 774 il re dei Franchi Carlo Magno, già impegnato in battaglia contro i Sassoni e temendo la conquista di Roma da parte dei Longobardi, scese in Italia in aiuto del Papa, depose Desiderio entrando a Pavia, l'allora capitale del Regno longobardo. Venne così decretata la fine di un'epoca gloriosa. La città fu conquistata dopo alcuni tentativi, le truppe carolinge ebbero la meglio contro una dura resistenza: il "più cristiano tra i Franchi" dette il via ad un nuovo corso, in un'Italia geografica che dal 568 vedeva i popoli di origine g

Magnificentia et splendor: l'arte del bel servire nel convito rinascimentale

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Il banchetto: un complesso strumento di rappresentazione del potere nel quale il nobile di turno era in grado di esprimere la propria egemonia, culturale ed intellettuale in primis. Nel periodo rinascimentale i conviti di corte erano connotati da un marcato valore sociale e politico, i "simboli" della tavola delineavano e definivano le relazioni tra individui, all'interno di un ricco apparato, la raffinata imbandigione, costituita da aspetti visivi e cornici scenografiche i più seducenti e sontuosi possibili.  Magnificentia et splendor.  Al banchetto nuziale di Costanzo Sforza e Camilla d'Aragona, tenutosi a Pesaro nel 1474, la sala allestita si presentava splendidissima pien d'oro et argento : 2500 specchi riflettevano una sorta di enorme firmamento colmo di stelle variamente scintillanti nel quale erano incastonati i vari segni zodiacali. Sapori di cibi intercalati ad assonanze cromatiche: il Sole e la Luna dominavano la scena scendendo dal soffitto; alternandos

Anni Trenta: tra autarchia alimentare e "cucina del senza"

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Quando Vittorio Emanuele era re bevevamo il caffè; lo fecero imperatore d'Etiopia e ci rimase solo l'odore; lo fecero re d'Albania ed anche l'odore andò via. Questa celebre filastrocca, ironica e sarcastica, richiama alla memoria quel periodo di crisi e di razionamenti alimentari che interessò gli anni Trenta del XX secolo, dove una marcata spinta autarchica alimentare, istituzionalmente programmata, costrinse la popolazione italiana al consumo dei soli prodotti di origine nazionale. Il punto di partenza lo si deve ricercare in un preciso fatto storico. Nel 1935 la Società delle Nazioni inflisse all'Italia alcune dure sanzioni economiche come conseguenza dell'aggressione perpetrata ai danni dell'Etiopia. La reazione del regime fascista, nemmeno tanto scontata, fu quella di incanalarsi in una feroce politica economica di stampo autarchico, incrementata dai fatti della Guerra di Spagna, dove l'Italia fiancheggiava il governo franchista, per collegarsi natu

Alimentazione templare tra precettorie d'Oriente e d'Occidente #1

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Verso la fine del 1200, durante la sua massima espansione in Oriente, l'Ordine Templare possedeva in quei territori circa 18 grandi fortezze, ognuna dotata di specifiche funzionali guarnigioni. Le ingenti somme che arrivavano da Occidente in Oltremare permettevano di mantenere nel tempo la funzionalità di castelli e di strutture, tutti assai inaccessibili. Essi servivano a proteggere i territori circostanti dagli attacchi degli infedeli ed erano ovviamente situati in alcuni luoghi strategici, come le valli dell'entroterra, di modo da poter anche efficacemente controllare le arterie viarie che conducevano verso le ricche città. Per poter esercitare un controllo capillare sul territorio, partendo da queste strutture principali, i cavalieri dominavano con facilità una serie di strutture e fortificazioni minori, dotate di casali, mulini, vigne, oliveti e terre sottoposte ad arboricoltura con estese piantagioni di cedri.  Nella sua Histoire de la conquête de la Syrie et de la Palest

Bernardo di Chiaravalle e la Règle primitive: i Cavalieri Templari a tavola

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Una nuova cavalleria è apparsa nella terra dell'Incarnazione [...] essa è nuova, dico [...] che si combatta contro il nemico non meraviglia [...] ma che si combatta anche contro il Male è straordinario. Essi non vanno in battaglia coperti di pennacchi e fronzoli, ma di stracci e con un mantello bianco [...] essi non hanno paura del male in ogni sua forma [...] essi attendono in silenzio ogni comando aiutandosi l'un l'altro nella dottrina insegnata dal Cristo [...] essi fra loro non onorano il più nobile ma il più valoroso [...] essi sono i Cavalieri di Dio [...] essi sono i Cavalieri del Tempio.           Bernardo di Chiaravalle, De laude novae militiae ad Milites Templi . In occasione del Concilio di Troyes del 1128, durante l'approvazione della Regola . Dopo l'anno Mille in Europa si realizzò un marcato flusso di pellegrini che si spostavano verso la Terrasanta. L'esigenza di visitare i luoghi sacri della Cristianità era generata da un genuino sentimento relig