Bernardo di Chiaravalle e la Règle primitive: i Cavalieri Templari a tavola

Una nuova cavalleria è apparsa nella terra dell'Incarnazione [...] essa è nuova, dico [...] che si combatta contro il nemico non meraviglia [...] ma che si combatta anche contro il Male è straordinario. Essi non vanno in battaglia coperti di pennacchi e fronzoli, ma di stracci e con un mantello bianco [...] essi non hanno paura del male in ogni sua forma [...] essi attendono in silenzio ogni comando aiutandosi l'un l'altro nella dottrina insegnata dal Cristo [...] essi fra loro non onorano il più nobile ma il più valoroso [...] essi sono i Cavalieri di Dio [...] essi sono i Cavalieri del Tempio.

          Bernardo di Chiaravalle, De laude novae militiae ad Milites Templi. In occasione del Concilio di Troyes del 1128, durante l'approvazione della Regola.

Dopo l'anno Mille in Europa si realizzò un marcato flusso di pellegrini che si spostavano verso la Terrasanta. L'esigenza di visitare i luoghi sacri della Cristianità era generata da un genuino sentimento religioso che poteva portare, attraverso l'indulgenza dai peccati garantita dalla Chiesa, alla salvezza della propria anima. Si assisteva, tramite la peregrinazione, ad una sorta di elevazione nel giudizio sociale.

La Prima Crociata del 1096, concretizzatasi sotto Papa Urbano II con l'intento di riappropriarsi della Siria e della Palestina, strappata dai musulmani ai bizantini, trovò i suoi frutti durante l'assedio e la liberazione di Gerusalemme del 1099 ad opera di Goffredo da Buglione e Raimondo IV, aprendo la via alla costituzione delle Terre d'Oltremare, territori o Stati organizzati secondo lo schema feudale occidentale. In questo contesto si pose il problema di come proteggere i luoghi santi e i pellegrini che, giungendo da tutta Europa, si recavano in massa in queste zone. La soluzione venne trovata nella creazione di svariati ordini cavallereschi:  il primo ad essere istituito fu quello del Santo Sepolcro, proprio nell'anno della vittoria di Goffredo da Buglione; successivamente l'ordine di Santa Maria di Gerusalemme (Teutonici), il San Giovanni dell'Ospedale (Ospitalieri) e il Pauperes Milites Christi (Poveri Soldati di Cristo), meglio conosciuti come Cavalieri Templari.

L'anno di fondazione dell'Ordine risale probabilmente al 1119. I Cavalieri, nel seguire la regola agostiniana e promettendo di vivere in castità, povertà ed obbedienza, si presentarono al cospetto di Baldovino II, re di Gerusalemme. Dichiararono di voler garantire la sicurezza dei pellegrini che si spostavano nel pericoloso territorio compreso tra Jaffa e Gerusalemme. Il re assicurò loro alcuni alloggi nell'area orientale del proprio palazzo; area che, presumibilmente, aveva ospitato il celebre Tempio di Salomone.

Nei primi anni dalla fondazione dell'Ordine i Cavalieri Templari incontrarono non poche difficoltà, sia militarmente che economicamente: garantire il prosieguo delle proprie attività non era certo scontato. Fu quindi funzionale ricercare una posizione chiara e precisa, distinguendosi il più possibile dagli altri ordini cavallereschi. A questo scopo Hugues de Payns, futuro primo Maestro del Tempio, si recò in Occidente nel 1127, con gli obiettivi di garantirsi l'appoggio ufficiale della Chiesa tramite una Regola, arruolare altri intrepidi volontari ed ottenere cospicui finanziamenti. 

La Regola del Tempio, scaturita dalle vicende del Concilio di Troyes del 1128, realizzata per regolamentare lo stile di vita e l'attività militare dei cavalieri Templari, garantendone anche l'esercizio religioso, consta di quattro parti cronologicamente distinte, concepite in un arco di tempo che va dal 1128 al 1267: la Règle primitive, ispirata e portata avanti da Bernardo di Chiaravalle al Concilio con la sua traduzione del 1140, i Retraits del 1165, che costituiscono una raccolta di usi e costumi dell'Ordine, gli Statutes hiérarchiques del 1230-1240, che trattano delle cerimonie e gli Egards del 1257-1267, dedicati alla disciplina (pene, reati, giurisprudenza). 

La creazione della figura del monaco guerriero, istituzionalizzata con sigillo papale proprio durante il Concilio di Troyes, fu all'epoca assolutamente rivoluzionaria. Con il benestare di papa Onorio II si scavalcò la tradizionale classificazione sociale - bellatores, oratores, laboratores - riunendo le funzioni di combattimento e di preghiera in un'unica figura.

XI - Come debbono mangiare i soldati. E' opportuno che generalmente mangino due per due, perché l'uno sollecitamente provveda all'altro, affinché la durezza della vita o una furtiva astinenza non si mescoli in ogni pranzo. Questo giudichiamo giustamente, che ogni soldato o fratello abbia per sé solo una uguale ed equivalente misura di vino.

Règle primitive

In campo alimentare la Regola indicava alcune precise condotte da tenere sia in tempo di pace che in tempo di guerra, nelle precettorie orientali ed occidentali. Assolutamente centrale nell'alimentazione dei Cavalieri Templari, il pane trovava sempre il posto d'onore a tavola, tagliato ed intinto nei grandi piatti che contenevano numerose tipologie di verdure e carni, quando permesse. Il consumo carneo, tipico nella società dell'epoca, doveva ridursi a tre volte la settimana, privilegiando pesce, formaggi, uova, verdure e legumi. Le precettorie del continente europeo erano tenute a seguire le disposizioni alimentari adottate in Terrasanta dalla Casa Madre, anche se, a seconda delle zone, si potevano verificare lievi modifiche in base alle produzioni locali delle materie prime.

La Regola imponeva alcune specifiche modalità su come mangiare e su come apparecchiare la tavola. Intorno al XIII secolo ogni monaco guerriero era dotato della propria ciotola per cibarsi e che poteva condividere, forgiata con corni di animali o in legno di quercia. Gli utensili a disposizione erano un coltello, un cucchiaio e due coppe, quest'ultime da alternare tra i pasti di festa e quelli consueti di tutti i giorni. I recipienti, assenti sulla tavola, venivano gestiti dai servitori che pensavano a distribuire le bevande. Il tutto veniva strutturato su due tipologie di servizi, detti conventi, che potevano arrivare a tre nel caso il numero dei fratelli e le mansioni dei Templari fossero numerosi. Scudieri, cavalieri e sergenti consumavano i pasti separatamente.

La tavola dei commensali, disposti l'uno di fronte all'altro, era sovente ricoperta con delle tovaglie bianche, mentre il Venerdì Santo le vivande venivano consumate sul legno nudo, simbolo di umiltà più assoluta. Al precettore (o commendatario) spettava il posto d'onore nel refettorio, mentre prima di pasteggiare veniva impartita la benedizione dal cappellano, i cavalieri erano tenuti ad alzarsi in piedi per recitare un Pater noster. Turnandosi, i fratelli templari si disponevano nella cattedra per recitare la lettura prevista dalla Regola, non era concesso alzarsi da tavola prima del commendatario.
VIII - Il riunirsi per il pasto. In un palazzo, ma sarebbe meglio dire refettorio, comunitariamente riteniamo che voi assumiate il cibo, dove, quando ci fosse una necessità, a causa della non conoscenza dei segni, sottovoce e privatamente è opportuno chiedere. Così in ogni momento le cose che vi sono necessario con ogni umiltà e soggezione di reverenza chiedete durante la mensa, poiché dice l'apostolo: "Mangia il tuo pane in silenzio".

Règle primitive

Silenzio e moderazione si dovevano contrapporre alla voracità e all'intemperanza. Il regime alimentare templare proibiva quindi ogni forma di ricercatezza, nei contenuti e nelle forme. Veniva sovente utilizzata una sorta di vocabolario gestuale per poter comunicare durante i pasti, rispettando così la regola del silenzio. La suddivisione dei pezzi di pane, di pesce, di formaggio o di carne doveva sempre rapportarsi al numero delle persone presenti, mentre eventuali scarti alimentari venivano concessi ai poveri.
[...] e se un fratello è abituato a bere tanto da diventare ubriaco e non vuole correggersene, bisogna punire la sua colpa [...]

Dalla vulgata della Regola catalana 

Una marcata morigeratezza era nello stato delle cose anche per quanto concerneva l'assunzione delle bevande alcoliche. Il vino si trovava al centro dei consumi, come prassi all'epoca, considerando anche la scarsa salubrità dell'acqua attinta dai pozzi. Poteva essere aromatizzato con rosmarino o anice, come del resto la birra. Funzionale alle gestione delle precettorie era il poter essere il più indipendenti possibile circa l'approvvigionamento dei grossi quantitativi di vino, stoccato per diverso tempo ed indispensabile anche durante le funzioni religiose. Si tendeva così a strutturare il più possibile la viticoltura, affidando le terre di competenza ai contadini locali.

Templari


 



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