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Visualizzazione dei post da luglio, 2023

Prima e dopo Scappi: la "Confraternita dei cuochi e dei pasticcieri"

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Nel 1513 un manipolo di cuochi, prevalentemente francesi e particolarmente devoti, decise di fondare una compagnia che venne riconosciuta ufficialmente da Papa Leone X nel 1515, principiando ad officiare in S. Luigi dei Francesi. Con il Sacco di Roma del 1527 i lavori di restauro della chiesa, iniziati nel 1518, subirono un brusco arresto, costringendo la Confraternita a chiedere successivamente a Papa Paolo III di trasferirsi presso la Chiesa di SS. Vincenzo ed Anastasio nel rione Regola. Sicuramente il tutto venne facilitato dall’intercessione di Giovanni de Valle, all’epoca cuoco segreto del Papa.    Il gruppo dei confratelli nel frattempo si era allargato a tedeschi, italiani ed a svariati pasticcieri. Il 20 aprile 1537 Paolo III promulgò due documenti: il primo ufficializzò il trasferimento di sede, mentre con il secondo venne eletto Alessandro Farnese il Giovane, suo nipote, Cardinal Prorettore della Compagnia. I membri della Confraternita, particolarmente pii, si riunivano per

Arista con albicocche, nocciole e guanciale

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- 400 gr. circa di arista di maiale - 8 albicocche - 4 fette di guanciale tagliate fini - 2 foglie di salvia - 1 rametto di rosmarino - 30 gr. di nocciole  - Trito di odori, un'idea - Brodo di carne - 1\2 bicchiere di vino bianco - Olio, sale e pepe Legare l'arista, massaggiarla accuratamente con sale e pepe. Denocciolare le albicocche e tagliarle a fettine. Preparare un mazzetto guarnito di salvia e rosmarino e del brodo di carne, tritare le nocciole. Andare di Maillard con la carne, toglierla dalla pentola e soffriggere il trito di odori. Porre nuovamente la carne in pentola, sfumare a fiamma viva col bianco. Aggiungere le albicocche, le nocciole e le fettine di guanciale. Versare il brodo di carne caldo, porre il mazzetto e cuocere a fiamma bassa per circa un'ora e mezzo. Correggere di sale. Aggiungere un poco di maizena al sugo per restringere. 

Empanadas di bietola, patate e primosale alla menta e maggiorana. Salsa chimicurri alla menta

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- 280 gr. di farina "00" - 2 uova - 2 cucchiai d'olio - 1 cucchiaino di sale - 100 ml. di acqua - 1 scalogno - 200 gr. di patate - 1 mazzo di bietola - 120 gr. di primosale - Menta e maggiorana - 1 uovo - Sale e pepe - 1 peperoncino fresco - 50 gr. di menta - 2 spicchi d'aglio - 10 gr. di aceto bianco - 100 gr. di olio, sale Mescolare la farina con il sale in una ciotola, aggiungere a più riprese l'acqua tiepida, l'olio, ed un uovo. Lavorare il tutto fino ad ottenere un impasto omogeneo ed elastico. Creare un panetto, farlo riposare un'ora in frigo in una ciotola coperta con pellicola. Lessare le patate in acqua salata, farle intiepidire, sbucciarle e passarle allo schiacciapatate. Pulire la bietola, eliminare i gambi e ridurre le foglie a striscioline. Appassire un trito fine di scalogno in pentola con olio, porvi la verdura e stufarla, regolare di sale e pepe, facendola ben asciugare. Unire patate, bietola, maggiorana, un uovo, menta e primosale tagliato

L'effimero sostanziale: trionfi di zucchero, credenze di mostra e piegature di tovaglioli

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La spezia, centralissima nelle pratiche gastronomiche del tardo Medioevo, venne progressivamente rimodulata nelle quantità durante tutto il corso del XVI secolo, seppur le corti si mostrassero ancora piuttosto interessate alle preparazioni elaborate e speziate. Una nuova entità si era però velocemente imposta sui deschi rinascimentali: lo zucchero. Al tempo costosissimo, venne considerato il più importante status symbol alimentare negli ambienti cortigiani. Adoperato a profusione sia nelle preparazioni dolci che in quelle salate, come le pietanze carnee, fu anche elemento principale per la realizzazione dei trionfi di zucchero, estremamente rilevanti nella concezione estetica nelle tavole dei banchetti rinascimentali. Creazioni effimere per eccellenza, venivano realizzate in forme animalesche, mitologiche o che rimandavano alla classicità ed erano accompagnate da altri abbellimenti come navi, castelli e saliere di ceramica, quest'ultime sempre finemente lavorate. Lo zucchero veniva