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Visualizzazione dei post da febbraio, 2022

Polimorfismo sociale dell'alimentazione monastica nei secoli. Seconda parte

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Verso la fine dell'XI secolo il modello monastico cluniacense subì un forte declino a causa della sua connotazione marcatamente aristocratica, aspetto che si ravvisava anche nel contesto alimentare e nel convivio, ormai assai lontani dal carattere di estrema austerità tipico della fase iniziale. Nel periodo più splendente dell'ordine, dovendo rispettare l'assoluto silenzio imposto durante i pasti dalla Regola benedettina, i monaci cluniacensi erano soliti adoperare una serie di strategie e stratagemmi: era possibile "parlarsi", "argomentare" di alimentazione senza l'utilizzo della parola? Si. Il linguaggio silenzioso, grandemente istituzionalizzato presso il monastero di Cluny già dal X secolo grazie al monaco Udalrico, consisteva in una serie di gesti delle mani, ammiccamenti del viso, movimenti del corpo, tutti al servizio di uno "specifico dizionario del silenzio" per non disobbedire alla Regola. 300 signa presenti, descritti dettagliat

Vellutata di indivia belga all'anice stellato con galletta ai semi misti e crema di robiola all'aneto

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- 500 gr. di indivia belga - 200 gr. di patate a pasta bianca - 1\2 limone, succo - 800 ml. di brodo vegetale - 200 ml di panna - 1 anice stellato - Dell'aneto essiccato - Gallette ai semi misti - Della noce moscata - Poco latte - 150 gr. di robiola - Olio, sale e pepe qb. Pelare le patate e tagliarle a cubetti, tagliuzzare grossolanamente l'indivia belga; farle andare per poco in olio, in una pentola piuttosto alta, quindi bagnare col succo di limone e spolverare con poca noce moscata; coprire col brodo vegetale e cuocere a fiamma dolce per 25 minuti incorporando l'anice stellato. Trascorso il tempo eliminare l'anice, frullare accuratamente col mixer ad immersione ed inglobare la panna; regolare di sale e pepe. Amalgamare un goccio di latte alla robiola ed aggiungervi un pizzico di aneto essiccato; spalmare la crema di formaggio su delle gallette ai semi misti e servire la vellutata di indivia non troppo calda.

Polimorfismo sociale dell'alimentazione monastica nei secoli. Prima parte

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Una ben distinta volontà di rifugiarsi dalle tentazioni del mondo, tramite severe e costanti privazioni, distingueva la vita degli anacoreti, prima in Oriente e successivamente in Occidente, sin dai primi secoli dell'età cristiana. Fuggendo dalla voluttà del cibo ed anche dalle sue più elaborate forme, veniva garantita la salvazione della propria anima, avvicinandosi il più possibile ad interpretare il messaggio di Cristo. Da un punto di vista alimentare la cultura della monofagia ,   il nutrirsi una sola volta al giorno unicamente di cibi secchi, tipica degli eremiti vissuti tra II e IV secolo ancora assai lontani dal disciplinare le loro scelte tramite una regola ben definita, pose le basi per quelle che sarebbero diventate, secoli dopo, le grandi regole monastiche medievali.  Un primo passaggio dall'isolamento alla vita in comune avvenne in Egitto, nella regione della Tebaide, con Pacomio, attorno all'inizio IV secolo. Un più ampio concetto di comunione tra i monaci, anc

Blinis di farina di grano saraceno e kefir con mousse al salmone selvaggio d'Alaska affumicato e ricotta

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 Per circa 10 blinis: - 125 gr. di farina di grano saraceno - 7 gr. di lievito per pizza - 2 uova - 130 gr. di kefir - 200 gr. circa di salmone selvaggio d'Alaska affumicato - 150 gr. circa di ricotta mista - Poco latte - Della granella di nocciole - Dei semi di melagrana - Dei semi di chia - Del burro - Sale e pepe qb. In planetaria mescolare la farina, sale, pepe, il lievito ed il composto ottenuto amalgamando i rossi d'uovo con il kefir, fino ad ottenere una massa omogenea; porla in frigo, coperta con pellicola, per circa un'ora. Tagliare a fettine il salmone, ridurlo a mousse con la ricotta ed un poco di latte in un frullatore e metterlo in frigo. Montare a neve ferma le chiare d'uovo ed incorporarle al composto di farina di grano saraceno, far riposare il tutto un'altra ora in frigo coperto con pellicola. Sciogliere poco burro in una padellina antiaderente e versarvi una cucchiaio scarso di composto di farina, cercando di creare un tondo grande circa come il fo