A proposito di insetti e di quotidianità alimentare

Gli alimenti prodotti con farine ricavate dalla lavorazione di insetti sono ormai centralissimi nel vasto e complesso dibattito sui novel food, anche per quanto concerne la legislazione italiana. A marzo 2023 il ministro dell'agricoltura ha firmato quattro decreti (non ancora pubblicati), concernenti questa tematica, che dovrebbero regolamentare la questione in maniera più stringente. Si tratta delle farine di grillo (Acheta domesticus), di larva gialla (Alphitobius diaperinus), di tenebrione mugnaio (Tenebrio molitor) e di locusta migratoria. Alcuni prodotti che utilizzeranno questi tipi di farine, presenti sugli scaffali dei negozi e della GDO, dovranno assoggettarsi alla normativa, la quale prevede una specifica etichettatura e il posizionamento su appositi espositori, ben distinti da tutto il resto. La Commissione Europea dovrà esaminare a breve i decreti del Ministero e valutare se siano in contrasto o meno con le direttive comunitarie concernenti l'etichettatura, la vendita e la disposizione degli alimenti.

In altri luoghi del mondo il consumo di insetti commestibili (e derivati) in realtà rappresenta da molto tempo una quotidianità alimentare. Tra Africa, Asia e America Latina si stima in due miliardi e mezzo il numero di persone che si nutrono di circa duemila specie di insetti. Larve delle mosca soldato nera, il tenebrione mugnaio e la mosca comune tra l'altro rientrano nell'alimentazione del bestiame. Solo in Asia si divorano ben duecento tipologie diverse di insetti. La Thailandia risulta essere il maggior produttore e consumatore di insetti al mondo: in questo Paese vengono preferite locuste, grilli e cavallette, spesso cucinati fritti assieme ai peperoni ed accompagnati con della salsa di soia. Una variopinta insalata con citronella ospita invece le formiche rosse, i grilli vengono invece preparati nei wok; centrali anche gli scorpioni, allineati in spiedini e arrostiti. Poco più a nord-est, nel Laos, le larve di coleottero rinoceronte subiscono un doppio trattamento: vengono prima cotte nel latte di cocco e successivamente tostate. In tutto il Sud-Est asiatico i coleotteri rossi rappresentano una vera e propria prelibatezza assieme alle salse di cimici d'acqua. In Giappone e Cina vengono preparate delle frittate con le crisalidi dei bachi da seta.

Spostandoci nell'altra parte del globo, in America del Sud, precisamente in Venezuela, le cavallette sono contemplate nell'alimentazione quotidiana. In Messico invece le cimici accompagnano le pietanze carnee, bruchi e formiche sono i protagonisti di alcuni aperitivi in Colombia. Il "caviale d'acqua" messicano ricavato dalle cimici acquatiche, l'ahuahutle, è spesso presente come ingrediente nell'impasto delle tortillas. Sempre in Messico, nello Stato di Oaxaca, vengono consumate le chapulines, particolari cavallette tostate su una piastra rotonda di ceramica, detta comal, e successivamente condite con aglio, sale contenente un estratto di vermi d'agave e succo di limetta. Il mescal è un celebre distillato messicano realizzato adoperando la parte centrale della pianta di agave; alcune varianti della preparazione alcolica prevedono un processo di aromatizzazione tramite l'utilizzo di larve di coleottero.

Le popolazioni indigene del continente africano consumano gli insetti principalmente durante la stagione delle piogge, in un periodo dell'anno nel quale la caccia e la pesca sono decisamente poco praticabili. Si contano circa 1900 specie adoperate per scopi alimentari: la parte del leone la fanno i coleotteri (31%), seguono i bruchi (18%), le api, le formiche e le vespe (14%), i grilli e le cavallette (13%), le cicale (10%) e le termiti (3%); meno consumate sono invece le libellule e le mosche. In Zimbabwe, Namibia, Sudafrica e Botswana è molto apprezzato il verme mosan, altamente proteico; in questo ultimo Paese gli studi condotti dalla FAO ci dicono che il 91% della popolazione consuma regolarmente varie tipologie insetti nell'alimentazione quotidiana, mentre una famiglia tipo della Repubblica Democratica del Congo e della Repubblica Centrafricana consuma settimanalmente circa 300 gr. di bruchi. I malgasci ispessiscono il sapore delle larve di vespa cuocendole nel burro assieme ad un trito di aglio e prezzemolo.



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