#Trattatoinpillole. "Il Trinciante", Vincenzo Cervio, 1593

 #Trattatoinpillole

"Il Trinciante... ampliato, et ridotto a perfettione dal Cavalier Reale Fusoritto da Narni… Con una bellissima Aggiunta fatta novamente dall'istesso Cavalier Reale." Vincenzo Cervio.
In Venetia, appresso gli Heredi di Giovanni Varisco, 1593.
Ecco una delle più rappresentative opere del periodo tardo rinascimentale. "Il Triciante" di Vincenzo Cervio è da annoverare nella schiera di quei trattati che più di ogni altri hanno rappresentato dei veri e propri punti di svolta epocali. Influenzò enormemente le pratiche di cucina del tempo relative al taglio delle carni, che erano parte di quella complessa liturgia del rito conviviale tanto in voga nel XVI secolo. Cervio fu a servizio, come trinciante, presso il cardinale Alessandro Farnese. Il trattato si struttura su ben 74 capitoli e ci illustra in maniera esaustiva come "trinciare" le varie tipologie di carni, tra cui: tacchini, fagiani, pavoni ed uccelli vari; ma anche pesci e ricci di mare, uova e pasticci, verdura e frutta. La descrizione dei banchetti, i metodi di accoglienza, la posateria, gli allestimenti delle pietanze, con i relativi ed immancabili apparati scenografici, sono messi in bella evidenza ne "Il Trinciante". Cervio asserisce che il trinciante ideale a servizio di un principe o di un cardinale debba essere un uomo spiccatamente galante e capace di intrattenere i convitati con modi brillanti, ma comunque consoni al contesto. Nel periodo rinascimentale "il trinciare in aria" le carni rappresentava un vero e proprio must, gesto grandemente intriso di valenza simbolica (l'ostentazione del potere del nobile): a differenza del periodo precedente nel quale le carni venivano tagliate su un semplice tagliere, il trinciante rinascimentale si poneva in piedi, di lato al convitato: con il braccio sinistro teneva saldamente fermo il pezzo di carne intero, infilzato con una grande forcina, mentre con la mano destra tagliava letteralmente in aria le varie fette, le quali ricadevo molto artisticamente nel piatto. Nell'opera di Cervio sono presenti tre tavole fuori testo e quattro silografie a piena pagina.



Commenti

Post popolari in questo blog

Tra natura, cultura ed etno-antropologia. Il triangolo culinario di Claude Lévi-Strauss

Il Capitulare de villis: la quotidianità nella società agraria carolingia - Prima parte

Senso del gusto, cultura e pratiche gastronomiche tra Medioevo e Rinascimento