La pesca nella cultura etrusca

Anche per quanto concerne l'attività della pesca ci sono giunte informazioni documentali esaustive, di un certo peso, che testimoniano come questa pratica fosse assai strutturata e rilevante tra il popolo etrusco. Anche la raccolta di molluschi, come patelle, mitili e cappe regine, soddisfava l'alimentazione della popolazione dell'Etruria. 

Presso il Monte Argentario e Populonia, come esplicitato nel De natura animalium di Eliano, era piuttosto frequente la pesca del tonno, in maniera assai marcata in alcuni villaggi, o di pesci di taglia simile come l'aulopias; ed ecco che ci arrivano in aiuto anche le numerose raffigurazioni di varie specie ittiche del Tirreno centrale, presso i vari agglomerati urbani, databili soprattutto ai secoli IV e III a.C., ed anche i resti archeologici, con i numerosi frammenti di utensili adoperati per la pesca, come aghi di bronzo, ami, pesi per le reti e fiocine.

Piuttosto interessanti sono i ritrovamenti di resti di pesci negli scavi presso le tombe di Tarquinia e Cerveteri ed anche al santuario di Pyrgi. Di particolare interesse e valore è la tomba etrusca del Verucchio in Romagna (650-625 a.C.): si desume la presenza di una sontuosa mensa aristocratica grazie al ricco corredo rinvenuto, costituito da numerose ceramiche disposte su tre tavolini di legno con, addirittura, resti di vinaccioli d'uva e di noccioline varie; sono state ritrovate anche delle coppe emisferiche che contenevano resti di vari animali, tra cui numerose lische di pesci, assai grosse. Questo elemento ci fa pensare come il vicino porto di Rimini, già in epoca etrusca, fosse considerato un importantissimo sbocco al mare per le attività endogene della popolazione di Verucchio.

Sia il pesce che la carne potevano essere preparati e cucinati in diversi modi: tagliati a pezzi grossolani, bolliti in capienti calderoni bronzei, accompagnati da altre peculiarità come legumi e cereali vari; anche l'arrostitura su graticole era particolarmente diffusa, come del resto l'utilizzo degli spiedi. In ultimo, fornelli di argilla allo stato embrionale sono stati scoperti in diversi siti archeologici.


 


 



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