La fame contadina in Europa tra '500 e '600: cittadini versus campagne

Cibo, al centro dei conflitti, la ferocia borghese.

1573, Troyes. Si racconta di come, in maniera assai repentina, la città si riempì di poveri e diseredati, affamati, provenienti dalle campagne circostanti, marea umana che rappresentava un problema di non poco conto per la città in termini di sicurezza. Le autorità cittadine organizzarono una frettolosa assemblea per capire come porre rimedio alla questione: si decise di cuocere, in vari forni sparsi per la città, diversi chili di pane, in fretta e furia, da distribuire agli affamati assieme ad una moneta d'argento.
 
"I poveri furono tutti ammassati nelle vicinanze di una delle porte cittadine, ricevettero ciò che chiedevano. Uscito l'ultimo disgraziato, fu urlato loro, dall'alto delle mura, di andarsene con Dio per cercare altrove di che vivere, senza mai più farsi vedere".
 
Questo espisodio, neppure tanto violento, è testimone della grave crisi alimentare manifestatasi in molte parti d'Europa tra le fasce sociali più deboli, a macchia di leopardo ed in determinate zone, tra il XVI ed il XVIII secolo: saccheggi, assalti ai forni cittadini e ad abitazioni private, sommosse popolari. I cittadini, maggiormente protetti dalla politica governativa interna, erano molto più al sicuro dalla "paura della fame" rispetto a chi abitava nelle campagne, primo bersaglio delle carenze produttive. 
 
Nei secoli precedenti si erano già manifestate criticità del genere, ma adesso la massa dei miserabili e la pressione sui centri urbani erano enormemente aumentate tanto da rischiare di far saltare i privilegi di chi viveva in città. Anche durante la carestia di Bologna del 1590, invasa da mendicanti contadini, fu organizzata una sorta di veloce "svuotamento" della città.
 
"Fu regalato loro 4 oncie di riso acciocché potessero ripararsi dalla fame fin che si arrivasse alla primavera".
 
Lo storico francese Fernand Braudel coniò il celebre termine "ferocia borghese", riferendosi all'inasprimento delle politiche di allontanamento, da parte della classe borghese, nei confronti dei diseredati. Soprattutto tra la fine del '500 ed i primi anni del secolo successivo la loro emarginazione fu perseguita in modo più sistematico, spesso vennero imprigionati assieme a delinquenti e pazzi.
Alle volte si arrivò addirittura a minacciare anche gli stessi cittadini: nel 1656 le autorità di Digione "arrivarono a proibire agli abitanti la carità privata e l'ospitalità ai poveri, pena la confisca di beni immobili ed alimentari agli stessi".

Si ritornò, in maniera assai più blanda e circoscritta ad alcuni territori, a rivivere ciò che l'Europa subì con la sequela di tremende carestie e la Peste Nera del XIV secolo.
 
 
Carestia


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