Aldo Santini ed i brigidini di Lamporecchio

 "Ecco dei dolci, anzi delle leccornie (l'Artusi le definisce giustamente dei "trastulli") che dalla provincia di Pistoia sono straripate nell'Italia intera. I brigidini di Lamporecchio, rammentati nelle opere di molti scrittori toscani, Giusti, Fucini, Cicognani, Tozzi, Pratolini, Palazzeschi, hanno la loro brava fama nazionale. 

Sono delle cialde rotonde, a base di farina, zucchero, uova e anice, cotte (una volta) con le forbici a tenaglia, le antiche "forbici dei brigidini", dove le lame erano sostituite da due stampi di ferro decorati con geometrie e disegni. I vecchi sacrestani ricorderanno che nel passato, in chiesa, le ostie si preparavano con queste forbici, scaldate sul fuoco.  

Il nome "brigidini" deriva forse dal fatto che i primi trastulli sarebbero stati confezionati dalle suore del convento di Santa Brigida a Pistoia. Ma Osvaldo Rinati, che a Lamporecchio ha creato una piccola industria di brigidini (e torroni), in grado di poterne distribuire dai 4 ai 6 quintali al giorno, sostiene un'altra versione: sarebbe stata addirittura la svedese Brigida, fondatrice dell'Ordine del Santo Salvatore che, scendendo a Roma in pellegrinaggio, avrebbe sostato con le seguaci a Porciano, sopra Lamporecchio, distribuendo le cialdine di sua fabbricazione.

Brigida, che poi sarà elevata agli onori degli altari, è del Trecento, ed è probabile che le suore svedesi si siano fermate in questo luogo qualche secoli più tardi. 

Osvaldo Rinati parla fieramente del padre Fortunato e della madre Lola che nel 1929 si misero a girare per le fiere della Toscana con un barroccio, un cavallo, un focolare di metallo e tre tenaglie, sfornando brigidini a più non posso, per i grandi e per i piccini. Oggi, il Rinati, ha un stabilimento con 25 dipendenti ed i brigidini li produce con le sofisticate macchine elettriche, completamente automatiche. 

"Già mio padre era arrivato ad impiegare delle piastre elettriche di sua invenzione. Io ho portato avanti il discorso con l'aiuto di un tecnico. E i nostri brigidini sono perfetti. La cottura è omogenea, regolata al decimo di secondo. Quali materie prime adopero? Le solite, ma di alta qualità. Farina doppio 0, zucchero, essenza di anice e uova locali, di mattinata. Le uova le prendo da un allevatore che dà alle galline un mangime speciale, con caratteristiche adatte ai brigidini." Osvaldo Rinati.

Dunque: i brigidini si sono industrializzati, ma non del tutto. Gli ambulanti ci sono ancora, partono da Lamporecchio e dai vicini centri pistoiesi. Non hanno più il barroccio ed il cavallo, certo, e nemmeno le tenaglie da scaldare al fuoco di legna; i loro camion sono attrezzati con tutte le macchine necessarie, sono dei laboratori moderni e razionali, passano di fiera in fiera ripercorrendo gli itinerari dei loro padri e dei loro nonni, dei loro predecessori brigidinai."

Aldo Santini, 1990.   

Brigidini


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