La Peperonata

 

Peperonata

Nei primi anni Settanta, mio papà ed un suo collega comprarono insieme un piccolo appezzamento di terreno non lontano dal Santuario del Divino Amore, a Roma, soprannominato presto Il campo dei miracoli, vista la sua notevole produttività nonostante, a detta di papà, non ci piovesse mai e tutto ciò che ci nasceva era per grazia della Madonna del Divino Amore.

Lavorando tutto rigorosamente a forza di braccia, quindi di vanga e zappa, come nel Medioevo, mio papà, nel tempo, da quel campo ha tirato fuori una bellissima vigna, qualche albero d’olivo e di frutta, pomodori, legumi e verdure in quantità industriali; per anni, ha fatto un vino bianco buonissimo, allestendo la cantina negli scantinati del palazzo dove hanno abitato, con una botte di vetroresina, una pigiatrice ed un torchio di legno, anche loro completamente manuali; in più, qualche anno, è riuscito a ricavare anche qualche bottiglia d’olio.

Le sue verdure erano buonissime e saporite, proprio perché crescevano secondo il loro ritmo naturale e con poca acqua, praticamente solo quella piovana, perché se è vero che lungo uno dei confini scorreva un rio, questo durante i mesi estivi seccava.

Grazie al campo di papà, io ho acquisito, in maniera per me ferrea e inderogabile, la logica della stagionalità dei prodotti alimentari: a primavera ci sono fragole e ciliegie a maggio, d’estate pomodori di mille qualità, zucchine, peperoni, melanzane, d’autunno broccoli, cavolfiori, bietole, cachi, d’inverno arance e agrumi vari.

La regola della stagionalità vale, seppure in maniera più sfumata, anche per la carne ed il pesce, perché anche gli animali, in natura, nascono e crescono in determinati periodi dell’anno.

Ovvio che è cosa buona e sacrosanta cercare di conservare i doni della bella stagione per i periodi invernali in cui la terra riposa (e VA lasciata riposare): i legumi si possono seccare, molte verdure si possono mettere sott’olio o sott’aceto o congelare, crude o cotte, ma non si può pensare di comprare le zucchine o i peperoni o le fragole freschi a Natale e credere che siano a kmZero, che non siano stati coltivati artificialmente con l’uso massiccio di prodotti chimici per farli nascere e crescere in serra, e che siano anche buoni e saporiti!

Ecco, io credo che se vogliamo davvero tornare a mangiare cose sane e buone, dovremmo ritornare alla stagionalità del cibo.

Con ciò che papà portava a casa, mamma preparava delizie di ogni genere: dai piatti da mangiare alle verdure e ai frutti conservati, sott'olio o aceto le prime e in marmellate o confetture o sotto spirito le seconde.

Oggi mio papà e mia mamma non ci sono più. Già da tempo, papà aveva smesso di fare la vigna ed il vino, ed il terreno è stato venduto, ma sapeste quanto mi manca il sapore delle sue verdure!!!!

Rivolgendomi a fruttivendoli fidati, cerco di riprodurre i piatti che preparava la mia mamma con i buoni prodotti rigorosamente di stagione che trovo in mercato.

Oggi vi propongo la Peperonata, una sorta di ratatouille, tanto semplice quanto golosa. Un piatto buonissimo e versatile, che può servire sia da contorno che da pietanza principale.

Ingredienti:

Peperoni colorati, lunghi o quadrati, non importa, l’importante è che abbiano 4 punte;

Zucchine, io preferisco quelle un po’ grosse, tipo la nera di Milano o l’ortolana di Faenza;

Cipolle bionde, patate e carote, anche loro un po’ grandi;

Gambi di sedano;

Melanzane, lunghe o tonde, viola o striate, come più vi piacciono;

Passata di pomodoro o un barattolo di pomodori pelati;

Olio, sale e un po’ di peperoncino.

Le dosi? Beh, dipende da quanti siete a tavola. Mia mamma vi avrebbe detto “Te regoli, fai a occhio” J

Io ne faccio sempre una quantità da caserma, perché in famiglia piace tantissimo a tutti.

Procedimento:

Lavare e pulire tutte le verdure, togliere la parte interna delle zucchine e i semi dei peperoni, mondare le carote e sbucciare le patate.

Tagliare tutto a pezzi grossi.

Prendere un bel tegame profondo, mettere un giro d’olio e un pezzetto di peperoncino.

Far scaldare l’olio, poi, tenendo il fuoco vivace, aggiungere le verdure in quest’ordine, a distanza di una decina di minuti un gruppo dall’altro:

1)      Peperoni, cipolla e sedano;

2)      Carote, patate e pomodoro;

3)      Zucchine e melanzane.

Regolare di sale, aggiungere un bicchiere d’acqua, e, dopo l’aggiunta di zucchine e melanzane, far andare ancora il tutto a fuoco basso finché non vedrete che le verdure si sono amalgamate tra loro.  

Se dovesse asciugarsi un po’ troppo, aggiungete ancora un po’ d’acqua e aggiustate di sale.

Per sapere se è pronto, assaggiate carote e patate: devono essere consistenti, ma non croccanti; in ogni caso, meglio un po’ più cotte che crude.

I CONSIGLI DE NONNA PEPPINA

Io pe’ la peperonata ce vado propio matta, soprattutto bella carda, bollente. Sapete che faccio io? Ce metto drento la mozzarella de bufala a pezzetti, che cor callo della peperonata se squajia ‘n pochetto!! Quant’è bona!!!!

Un piatto più vegano de questo lo dovete trovà, ma ve tocca cercallo bene!!! E’ bello, bono, ce fate figura si l'offrite all'ospiti, e ce magnate proprio bene!

Se no, la potete adoprà come ‘n contorno, presempio pe’ ‘no spezzatino de manzo (che ce potete ripassà drento…), ma pure p’ er coniglio ar tegame.

Inzomma, come ve la magnate è bona!

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