Tra i calanchi senesi: la ciancifricola e la tradizione contadina

Parenti... nel piatto!

Rischio smodato di consumo di pane.

Come sovente accade nella variopinta costellazione gastronomica attinente alla frugale tradizione popolare contadina, molte ricette sono similari per ingredienti e preparazioni. E' il caso di tirare in ballo i "cugini": il calzimperio versiliese (uova al pomodoro) e la ciancifricola senese, sostanzialmente un intingolo ristretto di uova strapazzate e pelati con una base di cipolla e aglio, il tutto da cospargere su pane casereccio. Questi due piatti sono di buon grado espressione della migliore tradizione gastronomica delle zone di appartenenza.

L'origine del nome "ciancifricola" deriva dall'unione di due termini: "cianciare" e "fricolare". Nella città universalmente conosciuta per il Palio queste due parole sono assai adoperate: oziare, cioè "fare le ciance", o perdere inutilmente del tempo prezioso; "fricolare" sta invece per tramestare, fare "gran guazzabuglio", spesso inconcludente. 

Il concetto, evidentemente, è stato assunto da questa preparazione poiché, una volta versate le uova in padella, bisogna darsi un gran da fare, rimestando fortemente col mestolo di legno per amalgamare le uova al pomodoro. Il "fare le ciance" si spiega poiché i contadini, nell'800, preparavano questa ricetta assai energica durante le pause, prima di riprendere il duro lavoro nei campi dell'entroterra.

Piccole varianti, altri appellativi: la ciancifricola è conosciuta anche come "spomodorata" a Petroio, "ova al pomodoro" a Montalcino e, in maniera marcata, "picchio pacchio" nella zona dei calanchi, nelle spettacolari crete senesi, anche se quest'ultima risulta essere più una zuppa che altro.

Io ho utilizzato dei pelati datterini. Torno a ripetere: d'estate vogliamo stare poco in cucina ai fornelli? Desideriamo rimanere in ammollo fino a tarda sera sulla battigia? Nessun problema: si torna tardi a casa e via con un Signor piatto, in poco meno di mezzora...

CIANCIFRICOLA SENESE, per 4:
- 1 spicchio d'aglio
- 1\2 cipolla bionda
- Pomodori pelati datterini, 350 gr.
- 6 uova
- olio evo, sale e pepe qb.
- 4 cucchiai di Parmigiano grattato

Tritare finemente la cipolla e l'aglio, rosolarli in una ampia padella. Versare i pelati andando a fuoco medio per circa venti minuti; salare e pepare, aggiungendo del brodo vegetale se necessario. Porre le uova in padella, quindi rimestare fortemente fino ad una sorta di strapazzatura; togliere dal fuoco e cospargere col formaggio. Impiattare sopra del pane casereccio.

Ciancifricola

Commenti

Post popolari in questo blog

Tra natura, cultura ed etno-antropologia. Il triangolo culinario di Claude Lévi-Strauss

Il Capitulare de villis: la quotidianità nella società agraria carolingia - Prima parte

Senso del gusto, cultura e pratiche gastronomiche tra Medioevo e Rinascimento