Cucina e cinema: 7 spunti

Fame o convivialità, opulenza o povertà, sofferenza o gioia, svago o professione: la società si rispecchia nelle tradizioni gastronomiche. Che se ne parli direttamente o solamente con dei timidi accenni, il binomio vincente cucina-cinema è oramai entrato a pieno titolo nella cultura di massa ed è sempre stato fortemente frequentato da numerosi registi di tutto il mondo. Ecco 7 titoli che rappresentano al meglio questo rapporto.

1. MISERIA E NOBILTA' (1954), regia di Mario Mattioli
La pellicola non è espressamente dedicata alla cucina, ma i temi della "fame", del desiderio, dell'aspirare ad una vita meno grama, aleggiano abbondantemente in tutto il film. Famosa è la scena in cui Totò, venduto il cappotto al monte dei pegni, detta la lista della spesa in base ai soldi ricavati: "mozzarella, la premi con le dita, se esce la goccia la compri, sennò desisti". Altra scena notissima, centrale del film: Totò-Felice Sciosciammocca e i familiari si avventano sulla zuppiera ricolma di spaghetti al pomodoro appena il ricco cuoco Don Gaetano esce di scena, un colpo di grazia momentaneo alla tristezza e alla fame. All'arrembaggio, con le mani e con... le tasche!

2. LA GRANDE ABBUFFATA (1973), regia di Marco Ferreri
"Basta con i sentimenti, voglio fare un film fisiologico!", Marco Ferreri.
Quattro artisti d'eccezione: Mastroianni (pilota d'aereo), Noiret (magistrato), Tognazzi (cuoco e ristoratore) e Piccoli (produttore tv). Come farla finita e fuggire dai problemi della vita, terribilmente noiosa, se sei ricco e agiato? Certamente mangiando fino a scoppiare, in una villa vicino Parigi! A Cannes il film venne pesantemente fischiato e si abbatterono su di esso pure gli strali della censura. Ma le scene assai forti sancirono però marcato clamore e successo tra il pubblico.

3. L'ALA O LA COSCIA (1976), regia di Claude Zidi
Protagonisti Louis de Funès e Coluche. Charles Duchemin (de Funès), noto editore di una prestigiosa guida gastronomica, sguinzaglia l'imbranato figlio Gérard (Coluche) contro le trame dell'industriale Tricatel, intento a rilevare una catena di rinomati ristoranti e reo di voler assoggettare la grande tradizione gastronomica francese alla "catena di montaggio" dei suoi cibi preconfezionati. Tricatel corre ai ripari, in primis tentando di screditare Duchemin e successivamente cercando di sbarazzarsi sia dell'editore che del figlio. Sfuggiti al pericolo di essere trasformati in scatolette di carne, Duchemin dimostrerà a milioni di francesi la consistenza delle sue accuse all'industriale. 

4. IL CUOCO, IL LADRO, SUA MOGLIE E L'AMANTE (1989), regia di Peter Greenaway
Film visionario e scene a tinte fosche. Il britannico Greenaway è sceneggiatore e regista di questo film, ambientato quasi per intero nel ristorante "Le Hollandais" di Londra. Protagonista è il violento gangster Albert Spica, arrogante e brutale nei suoi atteggiamenti (Michael Gambon); cliente abituale del locale, assieme alla moglie Georgina (Hellen Mirren) e ai suoi scagnozzi, scoprirà la tresca tra la consorte e il bibliotecario Michael (Alan Howard), gentile ed educato, facendo precipitare la situazione. Dieci giornate per dieci cene dove il grado di violenza cresce mano mano, accompagnato costantemente dal cibo.

5. BIG NIGHT (1996), regia di Campbell Scott e Stanley Tucci
"Qualche volta gli spaghetti amano restare soli."
Una storia come molte. Italiani, emigrati in USA, i fratelli Primo e Secondo Pileggi (Tony Shalhoub e Stanley Tucci) si dividono tra i fornelli e la gestione del locale, tra la lettura filologica dei piatti italiani e l'interpretazione, necessaria, per poter venire incontro al mood della clientela statunitense, abituata a ben altro. Il locale fatica a decollare, sicchè si tenta di organizzare una serata evento con un famoso musicista, Louis Prima. Inviti, abbellimento del ristorante e studio di un menù particolare, arrivo dei clienti. Ma il musicista in realtà non si presenterà mai; nel caos della serata, una signora assai sprovveduta chiede di farsi servire gli spaghetti come contorno del risotto unitamente alle polpette. La riposta di Secondo, piccata: "perché gli spaghetti senza polpette? Qualche volta gli spaghetti amano restare soli."

6. VATEL (2000), regia di Roland Joffé
Fortunatissima pellicola con protagonista uno strepitoso Gérard Depardieu, letteralmente in stato di grazia. Il film narra le eroiche imprese del celeberrimo chef Francois Vatel, esigentissimo reponsabile della cucina presso il castello di Chantilly, dimora del Principe di Condé. 1671: il Re Sole si appresta a visitare il luogo, che vivrà una tre giorni di magnificenti e sfarzosi festeggiamenti. Vatel si ritrova però turbato da un crescente stato di stress a causa della gestione estenuante dell'evento. Il climax si raggiungerà tragicamente con il suo suicidio, colpevole una mancata consegna di una partita di pesci per l'ultimo giorno dei festeggiamenti. Un intreccio tra amore per il cibo e bisogno di successo.
  
7. IN THE MOOD FOR LOVE (2000), regia di Wonk Kar-wai
Eleganza e stile, amori e ombre, le capacità espressive del regista e sceneggiatore cinese. Hong Kong, 1962. I due protagonisti iniziano a frequentarsi quando intuiscono che i rispettivi coniugi hanno una relazione. Non diventeranno a loro volta amanti, ma saranno attori di un particolare sentimento, di una propensione all'amore tra loro, un mood, appunto. Il cibo è costantemente presente durante il film. Sovente i protagonisti vanno a comprare cibo, mangiano, insieme o tra loro, frequentano ristoranti e bar, tra sensuali ravioli al vapore e carezzevoli zuppe al sesamo. Scena maestra quando lui versa una crema nella ciotola di brodo di lei.




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